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Diabete mellito: cos’è

Il diabete mellito è una condizione in cui vi è un eccesso di glucosio circolante nel sangue ovvero iperglicemia, persistente, secondaria ad un difetto di secrezione o di attività dell’insulina o più spesso di entrambi.

Spesso l’iperglicemia decorre asintomatica per molti anni e soltanto in alcune rare occasioni, talvolta mai, compaiono sintomi da eccesso di
glucosio nel sangue (poliuria, polidispsia cioè eccesso di produzione urine e aumento del bisogno di bere).

L’iperglicemia a lungo termine provoca danni a vari organi: occhio, rene, sistema nervoso periferico, apparato cardiovascolare (glucotossicità). Il danno d’organo è tanto maggiore quanto più lunga ed elevata è l’iperglicemia.

Talvolta i danni si manifestano prima del riscontro del diabete, ragione per cui chi ha la predisposizione al diabete (familiarità, soprappeso, erronei stili di vita) deve sottoporsi a periodici controlli. Nel corso del trattamento, in particolare se farmacologico (pastiglie) e addirittura nella fase iniziale della storia clinica della malattia, possono insorgere segni e/o sintomi di ipoglicemia.

La diagnosi di diabete mellito è possibile solo con la determinazione della glicemia effettuata presso il laboratorio.

Si diagnostica una condizione di diabete se vi è riscontro, in almeno due occasioni di una glicemia a digiuno > o uguale a 126 o di una glicemia casuale > o uguale a 200 ml/dl.

Se la glicemia a digiuno è tra i 110 e i 126 mg/dl si deve eseguire un test da carico orale di glucosio con 75 gr.

Per la definizione del tipo di diabete (tipo 1° o t ipo 2° o altri tipi), per la scelta della terapia, e per la stadiazione delle complicanze, eventualmente già presenti, il paziente deve essere inviato allo specialista presso il Servizio di Diabetologia.

Le complicanze della malattia colpiscono i vasi sanguigni (macroangiopatia) a livello delle arterie coronarie del cuore, dei vasi del collo e del cervello e degli arti inferiori. Esse possono essere presenti già al momento della diagnosi o addirittura precederle. Si stima che nel 40% circa dei casi di malattie cardio-circolatorie, la diagnosi di diabete venga posta successivamente all’ evento complicativo.

Poiché il diabete oggi viene considerato una malattia metabolica con estrinsecazione cardiovascolare, una cura adeguata prevede non solo la correzione dell’iperglicemia, ma anche di tutti i fattori di rischio cardiovascolare (ipertensione arteriosa, dislipidemia, obesità fumo di sigaretta, ecc.).

Punti essenziali del trattamento sono quindi:

  • Mantenimento del valore glicemico quanto più vicino a quello normale
  • controllo del peso corporeo
  • sospensione del fumo
  • attività fisica
  • corretta alimentazione
  • controllo dell’ipertensione, con l’obiettivo di una pressione arteriosa massima sistolica di 130 mg/hg
  • controllo della dislipidemia (in particolare con valori di colesterolo totale inferiore a 200 mg e di colesterolo LDL inferiori a 100 mg.

Il diabetico potrà considerarsi ben curato solo quando:

  • sarà coinvolto nel processo di educazione globale sulla malattia e sul suo ruolo nel gestirla (autocontrollo glicemico domiciliare)
  • manterrà nel tempo un rigoroso e continuo controllo della glicemia pre e post pasto (dopo 2 ore dopo pasto).
  • manterrà valori di emoglobina glicata (HbA1c), che rappresenta la media di tutte le glicemia giornaliere nell’arco degli ultimi 3 mesi precedenti la sua determinazione, sotto il 7% o meglio sotto il 6.5%
  • sarà sottoposto (in maniera globale e ripetuta nel tempo), ad identificazione di eventuali complicanze a carico degli organi bersaglio.
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