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Angiografia: cos’è e a cosa serve

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Angiografia: cos’è e a cosa serve

L’angiografia mediante cateterismo è un esame radiologico che serve a visualizzare direttamente i vasi sanguigni dei vari distretti corporei. L’esame viene eseguito da un radiologo esperto, che dopo avere inserito un sottile tubicino (catetere) nel vaso sanguigno di interesse, inietta direttamente nel vaso un liquido (mezzo di contrasto), la cui presenza è rilevata da un apposito strumento durante l’emissione dei raggi X.

Oggigiorno, lo studio dei vasi sanguigni viene in molti casi effettuato in modo non invasivo mediante ecoDoppler, TAC e risonanza magnetica.

L’angiografia con cateterismo rimane ampiamente utilizzata nei pazienti che devono sottoporsi ad intervento chirurgico o a procedure terapeutiche di radiologia interventistica (ad esempio angioplastica, posizionamento di stent vascolari).

Preparazione

Mantenete il digiuno per almeno le 8 ore precedenti l’esame; è tuttavia possibile bere piccole quantità di acqua per assumere pillole. Non indossate gioielli e vuotate la vescica prima dell’esame. Il personale infermieristico provvederà a fornirvi un camice da indossare durante l’esame e a depilare la zona cutanea sede del cateterismo.

Qualora l’esame sia eseguito in regime ambulatoriale, accertatevi di avere con voi l’esito degli esami richiesti al momento della prenotazione, indispensabili per la valutazione di una buona funzionalità dei reni e dei processi coagulativi.

Prima dell’esame dovrete dare il vostro assenso all’esame (consenso informato), firmando l’apposito modulo.

Informate sempre se soffrite di qualsiasi tipo di allergia. Le pazienti dovranno inoltre informare il personale di uno stato di gravidanza. Il personale vi spiegherà come avviene e a cosa serve l’esame arteriografico. Non esitate a chiedere spiegazioni per qualsiasi domanda abbiate.

Come viene eseguita l’angiografia

Dopo disinfezione, si esegue l’anestesia locale della cute nella sede di puntura, generalmente all’inguine, in corrispondenza dell’arteria femorale, e quindi un’incisione di pochi millimetri per facilitare l’introduzione del catetere nel vaso sanguigno. Il radiologo manovrerà il catetere in modo da portarlo nella sede desiderata per l’iniezione del liquido di contrasto e la ripresa dei radiogrammi. Di solito l’esame angiografico richiede più iniezioni del liquido di contrasto.

Terminato l’esame, il catetere viene rimosso e la sede della puntura chiusa mediante compressione manuale o con speciali dispositivi. Seguirà quindi un periodo di osservazione (generalmente da 2 a 4 ore), per controllare l’efficacia dell’emostasi.

Avvertite il personale infermieristico di eventuali disturbi a livello della sede di puntura. L’osservazione avverrà presso il reparto di degenza, qualora all’esame angiografico segua il ricovero. Prima di lasciare la sala angiografica, il personale vi fornirà precise istruzioni da seguire.

L’esame angiografico ha durata variabile (fino ad alcune ore).

Cosa si prova durante l’angiografia

L’iniezione dell’anestetico locale provoca una sensazione dolorosa della durata pochi minuti; la rimanente parte dell’esame non è dolorosa. L’iniezione del liquido di contrasto provoca una sensazione di calore, occasionalmente di vivo bruciore, che dura pochi secondi.

La parte più difficile dell’esame consiste nel rimanere in posizione supina per diverse ore.

Per i pazienti ambulatoriali è importante:

  • Segnalare se si assume terapia anticoagulante o antiaggregante.
  • Provvedere al trasporto a domicilio, qualora sia prevista la dimissione dopo l’esame.

Benefici

  • Fornisce un quadro dettagliato dei vasi sanguigni. È spesso indispensabile prima di un intervento chirurgico o di un trattamento radiologico percutaneo.
  • Può permettere di associare diagnosi e terapia in un’unica seduta
  • Fornisce un dettaglio dei vasi, non ottenibile con altre indagini

Rischi

  • Reazioni allergiche al liquido di contrasto.
  • Minimo rischio di trombosi da catetere.
  • Danno renale da liquido di contrasto in pazienti che soffrono di diabete o di malattie renali.
  • Raramente la puntura può provocare un danno dell’arteria nel punto d’ingresso del catetere.

La valutazione dei rischi viene sempre effettuata in funzione dall’effettiva necessità di eseguire un’angiografia, per ottenere informazioni non ottenibili con altre metodiche non invasive

Autorizzato dalla DMO in data 13/08/2007 prot. 07/3147
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