In occasione della Giornata Nazionale per la Donazione di Organi, Tessuti e Cellule l’ULSS 8 Berica presenta l’attività di donazione e sensibilizza la popolazione sull’importanza di un gesto che può cambiare la vita di molte persone.
Un gesto di generosità estrema, nel momento più difficile, può cambiare la vita di molte persone. Per questo motivo oggi, in occasione della Giornata Nazionale per la Donazione di Organi, Tessuti e Cellule, l’ULSS 8 Berica ha voluto richiamare l’attenzione sul tema, presentando l’attività svolta ma soprattutto sensibilizzando la popolazione sull’importanza di una scelta consapevole. Una popolazione, quella vicentina, che già dimostra una straordinaria disponibilità alla donazione: nel 2024 al San Bortolo i donatori di organi sono stati 20, grazie ai quali sono stati donati 4 cuori, 15 fegati, 37 reni, 9 polmoni e 1 pancreas. Molto importante è stata anche l’attività di donazione di cornee (ben 195 i donatori), di cute (7) e di altri tessuti (8). Per quanto riguarda i reni, va ricordato che al San Bortolo vengono eseguiti direttamente anche i trapianti: lo scorso anno ne sono stati realizzati ben 41.
Solo 2 sono state le opposizioni espresse alla donazione nel corso del 2024, a conferma una volta di più della grande sensibilità e generosità dei vicentini.
«Sicuramente oggi vogliamo innanzitutto ringraziare e onorare tutti i donatori vicentini, i loro familiari e quanti hanno già espresso la volontà di essere donatori – sottolinea la dott.ssa Patrizia Simionato, Direttore Generale dell’ULSS 8 Berica -. La donazione di organi e tessuti è un gesto di straordinaria generosità che può letteralmente ridare la vita ad altri malati e non scopriamo certo oggi come il territorio vicentino si caratterizzi per una straordinaria sensibilità, ulteriore espressione di una attenzione per il mondo della sanità
che riscontriamo anche in tanti altri aspetti. Allo stesso tempo vorrei rendere merito anche a tutti gli operatori sanitari che sono a vario titolo coinvolti nelle procedure di donazione e trapianto: dietro ogni donazione vi è infatti l’impegno febbrile di circa 50 persone e vi è un grande lavoro di squadra, dentro e anche fuori dall’ospedale».
Infatti una volta dichiarata la morte di un potenziale donatore (secondo il criterio neurologico o cardiologico) il COT (Coordinamento Ospedaliero Trapianti) del San Bortolo allerta il Centro Regionale per i Trapianti e tramite questo viene trasferita l’informazione anche al NIT (Nord Italia Transplant) che garantisce il collegamento a livello nazionale; e non mancano casi in cui per situazioni di particolare necessità un organo possa arrivare anche a un paziente di un altro paese europeo. Parallelamente in ospedale al donatore viene
garantito il necessario supporto, in attesa delle équipe chirurgiche che arrivano dai vari ospedali per il prelievo dell’organo che andranno poi a trapiantare.
Il tutto naturalmente a partire dal consenso alla donazione, e proprio questo è un aspetto fondamentale, come sottolinea il dott. Vinicio Danzi, direttore dell’U.O.C. Anestesia e Rianimazione dell’ospedale di Vicenza: «Esiste a livello nazionale un registro delle dichiarazioni individuali di volontà rispetto alla donazione: viene chiesta in occasione del rinnovo della carta di identità, oppure è possibile esprimerla direttamente tramite l’AIDO. È molto importante che i cittadini esprimano il proprio volere, perché questo rende la procedura di
donazione molto più snella e rende tutto più semplice anche per i familiari che in questo modo si trovano di fronte ad una decisione già presa in vita. Infatti in assenza di una volontà espressa come noto sono proprio i familiari a dare o meno il consenso: in questi casi va precisato che quello che viene chiesto loro è di interpretare ciò che ritengono sarebbe stato il volere del loro caro. È sempre un momento molto delicato, anche se nel corso degli anni abbiamo visto che per molti è di grande conforto sapere che la perdita della persona cara ha portato una nuova possibilità di vita per altri malati. Dobbiamo ricordare infatti che in Italia ci sono circa 10 mila persone in attesa di un trapianto: i trapianti sono 2 mila, il che significa che per 8 mila pazienti ogni anno non si riesce a trovare un organo».
Le categorie di pazienti che oggi possono beneficiare di una donazione sono infatti molte, grazie ai progressi della scienza medica. Per gli organi, possono essere trapiantati come noto cuore, fegato (anche diviso in due -“split” – nel caso in cui i destinatari siano due bambini o giovani, in quanto il fegato ha la capacità di rigenerarsi), reni, polmoni, pancreas ma anche l’intestino viscerale. Molto importante è anche la donazione dei tessuti: cardiovascolari (valvole cardiache ed anche l’aorta), osteo-tendinei (ossa, tendini e tessuti ossei), cute, cornee, legamenti e – nei pazienti operati di protesi – anche la testa del femore; va ricordato inoltre che all’ospedale di Noventa viene fatto anche il prelievo del safene (la vena che si estende dalla gamba al ginocchio e all’inguine) che viene poi utilizzata per i bypass. Infine molto importante è anche la donazione di placenta e del cordone ombelicale da parte delle donne che hanno appena partorito: la prima viene utilizzata per la cura dei grandi ustionati mentre dal secondo vengono estratte le cellule staminali utilizzate per le terapie su pazienti affetti da alcune forme di leucemia.
«Per noi medici – conclude il dott. Danzi – c’è un doppio impegno, anche etico: da una parte facciamo tutto il possibile per salvare la vita dei pazienti, ma quando questo non è più possibile lavoriamo anche per ridare una vita a quanti si stanno lentamente spegnendo in attesa di un organo o hanno un qualità di vita gravemente compromessa da una lesione o patologia di qualche tipo. Ci prendiamo cura degli uni e degli altri, senza dimenticare naturalmente i familiari dei potenziali donatori. Il processo della donazione rappresenta un
carico di lavoro significativo, un grande sforzo compiuto generalmente alla fine del normale turno di lavoro, perché quasi sempre i prelievi e i trapianti vengono fatti di sera, spesso lavorando fino a notte, ma lo facciamo perché è importante. Ed è questo che vorremmo che tutti ricordassero oggi in occasione di questa Giornata Nazionale della Donazione degli Organi e dei Tessuti».